Dall’affondamento della nave Cavtat, e lo straordinario recupero di quasi mille bidoni di piombo, tetraetile e tetrametile, all’Opera Cardinal Ferrari, punto di riferimento per la vita milanese dal 1921. Sono le storie raccontate da “SeDici Storie”, in onda in prima visione venerdì 11 giugno alle 21.10 su Rai Storia.
È il 14 luglio 1974 e sono le 4.12 del mattino al largo di Capo d’Otranto, mar Adriatico. Da una parte c’è la Cavtat, mercantile jugoslavo al comando di Niksa Lucic; dall’altra la Lady Rita, battente bandiera panamense, comandante Carmine Laudato. Non c’è nebbia quella mattina, il bollettino meteorologico dell’Aeronautica Militare parla di visibilità buona. Le due imbarcazioni collidono, la Cavtat inizia a imbarcare acqua, l’equipaggio viene messo in salvo dai membri della Lady Rita. Il mercantile slavo, che potrebbe essere trainato in secca, viene lasciato affondare. A bordo della Cavtat ci sono 2.800 tonnellate di carico e, in più, 270 tonnellate di piombo, tetraetile e tetrametile, in 909 bidoni trasportati per metà sopracoperta e per l’altra metà nelle due stive. Il rischio è quello di un enorme disastro ambientale. Il primo a intervenire sul posto fu il pretore di Otranto dell’epoca, Alberto Maritati. La cosa più sensazionale dell’incidente della Cavtat fu il recupero dei quasi mille bidoni di piombo, teraetile e tetrametile, in un’epoca in cui la tecnologia non era ancora avanzata come oggi e bisognava ingegnarsi, oppure ricorrere all’enorme coraggio di qualche eroe dell’epoca. I primi barili vennero recuperati grazie all’intraprendenza di sommozzatori locali.
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