Il 13 novembre 2015 Parigi è colpita da una serie di attentati di matrice islamica. L’attacco dell’Isis al Bataclan è una strage. Il presidente Hollande dichiara lo stato di emergenza in tutto il Paese, annunciando la chiusura delle frontiere. È uno dei più violenti atti terroristici che la Francia ricorda dalla seconda guerra mondiale. E il più sanguinoso è proprio quello al teatro Bataclan, mentre in un concerto si esibiscono gli Eagles of Death Metal. Muoiono novanta persone, fra queste la ricercatrice italiana Valeria Solesin, 28 anni. A ripercorrere quella terribile serata nella sedicesima puntata di “Ossi di Seppia, quello che ricordiamo”, in esclusiva da martedì 18 gennaio su RaiPlay, è Dario Solesin, fratello minore di Valeria. “Ho continuato a chiamare mia sorella tutta la sera perché non rispondeva mai. Chiamavo anche il suo ragazzo ma non rispondeva neanche lui. Quindi abbiamo iniziato a preoccuparci seriamente. Avevano una serata …e il Bataclan era proprio dietro casa loro.”
Nei diversi attacchi a Parigi i commando dello Stato Islamico uccidono centotrenta persone ferendone più di trecentocinquanta. Quella di Valeria, “una persona normale che faceva cose straordinarie”, è la storia di una ragazza della cosiddetta “generazione Erasmus” travolta da un destino impensabile. Un destino che ricorda quello di Giulio Regeni, ucciso l’anno successivo a Il Cairo. Due giovani cervelli in fuga che “sono andati all’estero per mettersi in gioco e che non sono più tornati a casa.”