“Nel metaverso avremo bisogno di architetti digitali che dovranno costruire le città virtuali che abiteremo, non necessariamente uguali a quelle in cui viviamo “fisicamente”. E dovranno saper congegnare anche mondi fantastici”. Queste affascinanti prospettive sono di Vincenzo Cosenza, consulente marketing e innovazione, nonché ideatore dell’Osservatorio Metaverso, protagonista della nuova puntata di “ConverseRai”, il programma della Direzione Contenuti Digitali sull’inclusione, disponibile su RaiPlay dal 13 marzo.
Nell’intervista Cosenza illustra dettagliatamente il futuro imminente di internet: “Il metaverso sarà una rete di mondi virtuali e tridimensionali accessibile da milioni di persone, con tre caratteristiche fondamentali: il senso di presenza, ovvero il ‘sentire’ di essere presenti in quei luoghi digitali, la persistenza, cioè qualsiasi nostra azione avrà conseguenze visibili da chiunque e l’interoperabilità, con i mondi che dialogheranno tra di loro e con la possibilità, per gli utenti, di passare da un mondo ad un altro”.
Gli strumenti per entrare nel metaverso sono ancora ingombranti e costosi, ma secondo Cosenza si potrà arrivare ad un dispositivo più facile da indossare e che quindi potrà essere utilizzato per più tempo durante il corso della giornata.
La parte più affascinante di questa esperienza sarà la scelta dell’identità, del cosiddetto avatar, che potrà ricreare la nostra persona reale oppure inventarne una nuova. Bisogna però sottolineare che anche nel metaverso si sono verificati casi di molestie e di violenze virtuali ma, sostiene Cosenza, “In rete siamo abbastanza tracciabili, c’è la possibilità di rintracciare le persone che commettono determinate azioni, anche se con un po’ di lavoro”.
Le opportunità del metaverso saranno vaste e alcune ancora da immaginare: “Le aziende potranno avere rapporti più stretti con i propri clienti. E nella medicina si potrà far pratica con operazioni o esperimenti complessi”.
E sarà così anche per i lavori del futuro: dagli architetti digitali agli sviluppatori, dai videogiochi agli umanisti, ognuno potrà trovare la propria nicchia nel metaverso.
Manca solo un tassello: “Per arrivare alla creazione compiuta del metaverso c’è bisogno di risolvere alcuni nodi tecnologici: computer e server più potenti, una larghezza di banda più ampia, una minore latenza per far viaggiare le informazioni più velocemente da un punto a un altro”.